Signore insegnaci a pregare!
Tutte le preghiere di Gesù riportate dai Vangeli iniziano con la stessa tipica parola: «Padre», il modo migliore per rivolgersi a Dio.
Ma specifico di Gesù, esclusivamente suo, è il termine originario «Abbà» che i Vangeli riportano nella lingua di Gesù, l’aramaico, e il cui senso è «papà, babbo».
È la parola del bambino, il dialetto del cuore, il balbettio del figlio piccolo. È parola di casa, non di sinagoga; sapore di pane, non di tempio.
Nel linguaggio corrente la parola «pregare» indica l’insistere, il convincere qualcuno, il portarlo a cambiare atteggiamento. Pregare per noi equivale a chiedere.
Per Gesù no: pregare equivale a evocare dei volti: quello del Padre e quello di un amico.
Nella preghiera di Gesù l’uomo si interessa della causa di Dio (il nome, il regno, la volontà) e Dio si interessa della causa dell’uomo (i/ pane, il perdono, il male), ognuno è per l@ltro.
E imparo a pregare senza mai dire ‘io’, senza mai dire ‘mio’, ma sempre ‘Tu e nostro': il tuo Nome, il nostro pane, Tu dona, Tu perdona.
Il Padre nostro mi vieta di chiedere solo per me: il pane per me è un fatto materiale, il pane per mio f ratello è un fatto spirituale.
Pregare, quindi, per cambiare la storia.
«Amico prestami tre pani perché è arrivato un amico».
Una storia di amicizia svela il segreto della preghiera.
La parabola mette in scena tre amici: l’amico povero, l’amico del pane e il viaggiatore inatteso, carico di fame e di stanchezze, che rimane sullo sfondo, ma è in realtà una figura di primo piano.
Rappresenta tutti coloro che bussano alla mia porta, che senza essere attesi sono venuti, che mi hanno chiesto pane e conforto.
A Gesù sta a cuore la causa dell’uomo oltre a quella di Dio: non vuole che la preghiera diventi un dialogo chiuso, ma che faccia circolare l’amore.
Da duemila anni ripetiamo il Padre Nostro, ma non siamo diventati fratelli e il pane continua a mancare.Una domanda enorme corrode le nostre preghiere: Dio esaudisce?
«Dio esaudisce sempre, ma non le nostre richieste bensì le sue promesse» (Bonhoeffer): lo sarò con te, fino alla fine del tempo.
Dio si coinvolge, intreccia il suo respiro con il mio, mescola le sue lacrime con le mie.
Se pregando non ottengo la cosa che chiedo, ottengo però sempre un volto di Padre e il sogno di un abbraccio.
In questo Giubileo la preghiera rinnova in noi il volto del Padre e dei fratelli.
don Alfredo Di Stefano
Scarica il giornalino in formato PDF >> Clicca Qui <<










