In Colui che è stato crocifisso per noi, noi troviamo la speranza per la nostra vita. La speranza che non
delude, quella speranza che Papa Francesco ci ha indicato come frutto dell’anno giubilare.
Stringerci attorno al SS. Crocifisso, permette a noi di allargare lo sguardo, uno sguardo di compassione e
di amore, verso tutte le vittime innocenti della storia e anche dei nostri giorni.
Quanti Crocifissi si contano ancora oggi! Quante persone innocenti, che non hanno alcuna colpa, che
non c’entrano niente con le ingiustizie e le guerre, muoiono come Cristo su di una croce.
Sono migliaia e migliaia, un numero dawero impressionante.
Primi fra tutti quelli che sono crocifissi a causa della loro fede in Gesù e poi quelli che cercano un mondo
di giustizia e di pace e poi ancora quelli che sono vittime ignare della cattiveria altrui, quelli che muoiono
vittime del lavoro, che muoiono vittime di femminicidi, quelli che sono crocifissi dalle guerre, anche quei
soldati che muoiono per guerre che sono sempre ingiuste o tutti quei civili che muoiono sotto mostruosi
bombardamenti.
Non possiamo guardare al SS. Crocifisso senza che il nostro cuore si allarghi alla compassione e al dolore
per i nostri fratelli e sorelle, che muoiono vittime della cattiveria umana.
Guardare e adorare il SS. Crocifisso significa allora prendere coscienza della nostra personale responsabilità,
del nostro esigente dovere di essere costruttori di pace, di essere operatori di giustizia e di a more, del
nostro necessario impegno nel prenderci cura degli altri e dell’immensa umanità crocifissa.
E’ questo il nostro compito: presentare Lui, la sua storia, la sua vicenda, la sua morte per noi, Lui risorto
e vivo per dare speranza a tutti.
Da una parte siamo chiamati a fare di Lui la nostra vita, a vivere in Lui tutta la nostra esistenza, a non
considerarlo mai un estraneo rispetto alle nostre vicende quotidiane, dall’altra siamo chiamati a presentarlo
a tutti, anche a chi non crede o non ha la nostra fede, a proporlo come via di salvezza e di amore.
Sono certo -ed è anche il mio augurio- che tutto questo darà senso e gioia alla festa della nostra città.
don Alfredo Di Stefano
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