Daily Archives : 2 aprile 2023

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SAN Lorenzo Parrocchia IT - ECHI DI VITA 2023 N 14

2023 – Echi di Vita N°14 – DA QUEL GRIDO LA NUOVA CREAZIONE

Il cuore del Vangelo è il racconto di questo lungo dolore.

La «bella notizia» in realtà narra una morte, il patire di un Dio appassionato. Su questo paradosso Paolo centra tutto il suo annuncio: «Io non voglio sapere niente altro che Cristo e questi crocifisso».

La croce è l’abisso dove Dio si rivela l’amante. Sulla croce il male raggiunge la sua massima intensità: riesce ad uccidere l’autore della vita. Proprio in quell’evento Dio si esprime totalmente: in lui si precipita tutto il male del mondo, quel male che si vince solo portandolo. E Dio dà se stesso al male che lo crocifigge, a noi che lo crocifiggiamo.

Il sommo male tocca il fondo senza fondo dell’abisso di Dio, che rivela la sua gloria: non salva se stesso, ma dà la sua vita. Il nostro Dio è differente, è il Dio che entra nella tragedia cui è inchiodata ogni sua creatura, è amore che si immerge nell’oscurità e nel grido della nostra morte, che vince morendo.

Perfino il sole di mezzogiorno sembra ribellarsi, la tenebra inghiotte la luce, è la creazione che ritorna al caos primordiale, a un «in principio» da cui Dio trae un mondo nuovo.

Il grido alto di Cristo che muore è la voce potente del Verbo creatore, che richiama il sole dal grembo della notte; è il vagito possente e vittorioso dell’uomo che nasce. Quando Gesù muore, un’altra creazione si dischiude.

Il Vangelo racconta che il sole, la terra, le rocce, il tempio, i sepolcri, i morti e i vivi, tutto è scosso e messo in discussione. Matteo sa che l’ora che sommuove le profondità della storia e del cosmo è questa. All’ora nona finiva un mondo e ne nasceva un altro. Vertice della storia.

«Scendi dalla croce», gridavano. Ma se scende, vince ancora la logica del vecchio mondo, chi ragiona in termini di potenza. Se scende, è solo un Signore onnipotente. Invece egli è altro, è un Amore onnipotente. Che può soltanto ciò che l’amore può.

Solo il nostro Dio non scende dal legno. Si consegna alla Notte, si abbandona all’Altro per gli altri. Rappresentandoci tutti nei nostri abbandoni, nelle nostre notti, nelle desolazioni. Ogni nostro grido, ogni abbandono, può sembrare una sconfitta. Ma se è gridato al Padre, ha il potere, senza che sappiamo come, di far tremare la pietra di ogni nostro sepolcro.

don Alfredo Di Stefano

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