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San Lorenzo Parrocchia IT - ECHI DI VITA 2023 N 22 - Evidenza

2023 – Echi di Vita N°22 – LO SPIRITO SANTO E’ IL RESPIRO DEL SIGNORE

Mentre erano chiuse le porte del luogo per paura dei Giudei…

   Accade sempre così quando agisci seguendo le tue paure: la vita si chiude. La paura è la paralisi della vita. I discepoli hanno paura anche di se stessi, di come lo hanno rinnegato. E tuttavia Gesù viene.

   È una comunità dalle porte e finestre sbarrate, dove manca l’aria e si respira dolore, una comunità che si sta ammalando. E tuttavia Gesù viene. Viene in mezzo ai suoi, prende contatto con le loro paure, con i loro limiti, senza temerli. Sa gestire la nostra imperfezione.

   Mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi».

L’abbandonato ritorna e sceglie proprio coloro che lo avevano abbandonato e li manda. Lui avvia processi di vita, non accuse; gestisce la fragilità e la fatica dei suoi con un metodo umanissimo: quello del primo passo.

Noi non saremo giudicati se avremo raggiunto l’ideale, ma se avremo camminato nella buona direzione, senza arrenderci, con cadute e infinite riprese, con gli occhi fissi ad una stella polare.

Gestire l’imperfezione significa questo: avviare processi di vita e cercare di ottenere il miglior risultato possibile ogni giorno. Molti ti sbandierano in faccia la loro idea di perfezione. Sono i più, convinti inoltre di esprimere la vera sapienza, ma con loro le cose non cambiano mai, i perfetti il più delle volte sono immobili.

Detto questo, soffiò e disse loro: Ricevete lo Spirito Santo.

Soffiò… Lo Spirito è il respiro di Dio. In quella stanza chiusa, in quella situazione che era senza respiro, asfittica, ora si respira il respiro di Cristo, quel principio vitale e luminoso, quella intensità che lo faceva diverso, che faceva unico il suo modo di amare e spalancava orizzonti.

A coloro cui perdonerete i peccati saranno perdonati, a coloro cui non perdonerete non saranno perdonati. Il perdono dei peccati non è una missione riservata ai preti, è un impegno affidato a tutti i credenti che hanno ricevuto lo Spirito, donne e uomini, piccoli e grandi. Il perdono non è un sentimento, ma una decisione: piantare attorno a noi oasi di riconciliazione, aprire porte, riaccendere calore, riannodare fiducia nelle persone, inventare sistemi di pace.

Per questo noi lo invochiamo: vieni, Spirito Santo.

don Alfredo Di Stefano

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San Lorenzo Parrocchia IT - ECHI DI VITA 2023 N 21 - Evidenza

2023 – Echi di Vita N°21 – ASCENSIONE, FESTA DELLA FIDUCIA

Il termine «forza» lega insieme, come un filo rosso, le tre letture:

«Avrete forza dallo Spirito Santo» (prima lettura);

«Possiate cogliere l’efficacia della sua forza» (seconda lettura);

«Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra» (Vangelo).

Forza per vivere, energia per andare e ancora andare: la mia vita dipende da una fonte che non viene mai meno; la mia esistenza è attraversata da una forza più grande di me, che non si esaurirà mai e che fa la vita più forte delle sue ferite.

   È il flusso di vita di Cristo, che viene come forza ascensionale verso più luminosa vita, che mi fa crescere a più libertà, a più consapevolezza, a più amore, fonte di nuove nascite per altri.

   L’Ascensione è una festa difficile: come si può far festa per uno che se ne va? Il Signore non è andato in una zona lontana del cosmo, ma nel profondo, non oltre le nubi ma oltre le forme: se prima era insieme con i discepoli, ora sarà dentro di loro.

   Sarò con voi tutti i giorni, fino alla fine del tempo.

Ascensione non è un percorso cosmico geografico, ma è la navigazione spaziale del cuore che ti conduce dalla chiusura in te all’amore che abbraccia l’universo.

Gesù lascia sulla terra il quasi niente: un gruppetto di uomini impauriti e confusi, che dubitano ancora, sottolinea Matteo; un piccolo nucleo di donne coraggiose e fedeli. E a loro che dubitano ancora, a noi, alle nostre paure e infedeltà, affida il mondo. Li spinge a pensare in grande, a guardare lontano: il mondo è vostro.

Gesù se ne va con un atto di enorme fiducia nell’uomo. Ha fiducia in me, più di quanta ne abbia io stesso. Sa che riuscirò a essere lievito e forse perfino fuoco; a contagiare di Spirito.

Ascensione è la festa del nostro destino che si intreccia con la nostra missione: «Battezzate e insegnate a vivere ciò che ho comandato». «Battezzare» non significa versare un po’ d’acqua sul capo delle persone, ma immergere! Immergete ogni uomo in Dio, fatelo entrare, che si lasci sommergere dentro la vita di Dio, in quella linfa vitale.

Insegnate a osservare. Che cosa ha comandato Cristo, se non l’amore? Il suo comando è: immergete l’uomo in Dio e insegnategli ad amare. A lasciarsi amare, prima, e poi a donare amore.

Qui è tutto il Vangelo, tutto l’uomo.

don Alfredo di Stefano

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SAN Lorenzo Parrocchia IT - ECHI DI VITA 2023 N 20

2023 – Echi di Vita N°20 – IL SOGNO DI GESU’ E’ ABITARE NELL’UOMO

Se mi amate osserverete i miei comandamenti.

Nessuna minaccia, nessuna costrizione, puoi aderire e puoi rifiutarti in totale libertà: Gesù, uomo libero, parola liberante.

   Se mi amate osserverete…

Gesù non impone: «Dovete osservare».

Non si tratta di una ingiunzione, ma di una constatazione: quando ami, accadono cose, lo sappiamo per esperienza: tutte le azioni si caricano di gioiosa forza, di calore nuovo, di intensità inattesa. Lavori con slancio, con pienezza, con facilità, come il fiorire di un fiore spontaneo.

Osserverete i comandamenti miei. La costruzione della frase pone l’accento su ‘miei’. E miei non tanto perché dettati da me, ma perché da me vissuti, perché mia vita. Non si tratta di osservare i 10 comandamenti, ma la sua vita!

«Se mi ami, osservi la mia vita. Se mi ami, diventi come me!»

Amare trasforma, uno diventa ciò che ama, le passioni modificano la vita. Se ami Cristo, lo prendi come misura alta del vivere, per acquisire quel suo sapore di libertà, di mitezza, di pace, di nemici perdonati, di tavole imbandite, di piccoli abbracciati, di relazioni buone che sono la bellezza del vivere.

Per sette volte nei sette versetti di cui è composto il brano, Gesù ribadisce un concetto, anzi un sogno: unirsi a me, abitare in me.

Lo fa adoperando parole che dicono unione, compagnia, incontro, in una specie di suadente monotonia: sarò con voi, verrò presso di voi, in voi, a voi, voi in me, io in voi.

Uno diventa ciò che lo abita! Gesù cerca spazi, spazi nel cuore, spazi di relazione. Cerca amore. E il Vangelo racconta la passione di unirsi di Gesù a me usando una parola di due sole lettere ‘in’: io nel Padre, voi in me, io in voi.

Gesù ribadisce che l’amore suo è passione di unirsi a me. E questo mi conforta: che io sia amato dipende da Lui, non da me; l’uomo può anche dire di no a Dio, ma Dio non può dire di no all’uomo. Tu puoi negarlo, lui non potrà mai rinnegarti.

Infatti: non vi lascerò orfani. Non lo siete ora e non lo sarete mai, mai orfani, mai se­parati. La presenza di Cristo in me non è da conquistare, non è da raggiungere, non è lontana. È già data, è dentro, è indissolubile.

don Alfredo Di Stefano

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SAN Lorenzo Parrocchia IT - ECHI DI VITA 2023 N 19

2023 – Echi di Vita N°19 – LA RISPOSTA E’ GESU': VIA, VERITA’ e VITA

Io sono la via, sono la strada, che è molto di più di una stella polare che indica, pallida e lontana, la direzione. È qualcosa di vicino, solido e affidabile dove posare i piedi; il terreno, battuto dalle orme di chi è passato ed è andato oltre, e che ti assicura che non sei solo. La strada è libertà, nata dal coraggio di uscire e partire, camminando al ritmo umile e tenace del cuore. Gesù non ha detto di essere la meta e il punto di arrivo, ma la strada, il punto di movimento, il viaggio che fa alzare le vite, perché non restino a terra, non si arrendano e vedano che un primo passo è sempre possibile, in qualsiasi situazione si trovino. Alla base della civiltà occidentale la storia e il mito hanno posto due viaggi ispiratori: quello di Ulisse e del suo avventuroso ritorno a Itaca, il cui simbolo è un cerchio; il viaggio di Abramo, che parte per non più ritornare, il cui simbolo è una freccia. Gesù è via che si pone dalla parte della freccia, a significare non il semplice ritorno a casa, ma un viaggio infinito, verso cieli nuovi e terra nuova, verso un futuro da creare.

Io sono la verità, non dice “io conosco” la verità e la insegno; ma “io sono” la verità. Verità è un termine che ha la stessa radice latina di primavera. E vuole indicare la primavera della creatura, vita che germoglia e che mette gemme; una stagione che riempie di fiori e di verde il gelo dei nostri inverni. La verità è ciò che fa fiorire le vite, secondo la prima di tutte le benedizioni: crescete e moltiplicatevi. La verità è Gesù, autore e custode, coltivatore e perfezionatore della vita. La verità sei tu quando, come lui in te, ti prendi cura e custodisci, asciughi una lacrima, ti fermi accanto all’uomo bastonato dai briganti, metti sentori di primavera dentro una esistenza.

Io sono la vita. Che è la richiesta più diffusa della Bibbia (Signore, fammi vivere!), è la supplica più gridata da Israele, che è andato a cercare lontano, molto lontano il grido di tutti i disperati della terra e l’ha raccolto nei salmi. La risposta al grido è Gesù: lo sono la vita, che si oppone alla pulsione di morte, alla violenza, all’auto distruttività che nutriamo dentro di noi. Vita è tutto ciò che possiamo mettere sotto questa nome: futuro, amore, casa, festa, riposo, desiderio, pasqua, generazione, abbracci. Il mistero di Dio non è lontano, ma è la strada sottesa ai nostri passi. Se Dio è la vita, allora c’è della santità nella vita, viviamo la santità del vivere. Per questo fede e vita, sacro e realtà non si oppongono, ma si incontrano nel nostro cuore.

don Alfredo Di Stefano

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