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Parrocchia San Lorenzo - ECHI DI VITA 2022 N 52 - Evidenza

2022 – Echi di Vita N°52 – UN AUGURIO PER UNA CULLA PIENA DI SORRISI E DI PACE!

Accadde che una giovane coppia giunge a Betlemme, la città che ha visto nascere il re Davide. È un censimento ad averli portati laggiù, forse un censimento regionale, un modo che, da sempre, i potenti hanno di manifestare la loro autorità per imporre i tributi.

Un gruppo di pastori, persone poco raccomandabili indurite dal lavoro, che rabbini del tempo paragonano ai pubblicani, considerati bugiardi e inaffidabili, ricevono l’annuncio: gli sconfitti, i perdenti, i condannati.

La ragazza partorisce, lava il bambino, lo avvolge nelle fasce, lo depone nella mangiatoia. Nessuna lucina misteriosa, nessun prodigio, nessun effetto speciale.

Dio nasce come ogni bambino, la salvezza ci giunge nel più banale dei modi. E i pastori cercheranno una mangiatoia per riconoscere il Messia. E gli astronomi una stella.

Dio si fa incontrare là dove siamo, parla ai nostri cuori con il linguaggio che conosciamo. È il nostro sguardo che cambia, è la luce del nostro cuore che sa vedere al di là dell’apparenza.

Ecco il nostro Dio: è un neonato con i pugni chiusi e la pelle arrossata, gli occhi che mal sopportano la luce e la piccola bocca che cerca l’acerbo seno della madre.

È un bambino impotente, fragile, che va lavato e scaldato, cambiato e baciato, ed è tenuto a contatto della pelle ruvida del padre, Giuseppe, che lascia l’emozione inumidirgli gli occhi per poi tornare alla concretezza di una situazione problematica. Non dona, chiede, non ha deliri di onnipotenza, ha svestito i panni della regalità, li ha deposti ai piedi della nostra inquieta umanità. Non gli angeli, ma una ragazza inesperta e generosa si occupa di lui.

Se preso sul serio, il Natale ci mette in crisi.    Ci interroga.

Dio che si fa accessibile, incontrabile, neonato fragile e indifeso, demolisce i nostri infiniti pregiudizi su Dio.

Dio non è lontano.

Dio è diventato uomo esattamente per cambiare la nostra vita. Per svelarci chi è lui. Perché vedendo lui, capiamo chi siamo noi.  Eppure Dio è diventato uomo esattamente per cambiare la nostra vita. Per svelarci chi è lui. Perché vedendo lui, capiamo chi siamo noi.

Dio diventa uomo perché l’uomo diventi come Dio, come hanno scritto i padri della Chiesa d’Oriente.

Dio diventa uomo, aggiungo, perché, l’uomo, finalmente, impari a diventare uomo. Dov’è Dio? ci chiedono in tanti, inseguiti dalla loro paura, dal dubbio, dall’incertezza.

Perché non sorridere, come eravamo piccoli, mentre preghiamo davanti al nostro piccolo presepe, perché non partecipare, con gioia, alla celebrazione eucaristica in parrocchia e sorridere con la semplicità degli auguri, mentre con stupore guardiamo i bei presepi, che sono lì per noi ?

Eccolo, Dio. Nello sguardo e nel cuore di tanti, la culla dove Egli continua a nascere.

don Alfredo di Stefano

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Parrocchia San Lorenzo - ECHI DI VITA 2022 N 51 - Evidenza

2022 – Echi di Vita N°51 – IL SOGNO DI GIUSEPPE, UN GESTO D’AMORE

Secondo il Vangelo di Luca l’Annunciazione è fatta a Maria. Secondo Matteo, invece,  l’angelo parla a Giuseppe.

Chi ha ragione?

Sovrapponiamo i due Vangeli e scopriamo che l’annuncio è fatto alla coppia, allo sposo e alla sposa insieme, al giusto e alla vergine innamorati.

Dio non ruba spazio alla famiglia, la coinvolge tutta; non ferisce l’armonia, cerca invece un sì plurale, che diventa creativo perché è la somma di due cuori, di molti sogni e moltissima fede.

Dio è all’opera nelle nostre relazioni, parla dentro le famiglie, dentro le nostre case, nel dialogo, nel dramma, nella crisi, nei dubbi, negli slanci, nelle oasi di verità e di amore che sottraggono il cuore al deserto.

Maria si trovò incinta, dice Matteo.

Sorpresa assoluta della creatura che arriva a concepire l’inconcepibile, il proprio Creatore.

Qualcosa però strazia il cuore di Giuseppe: non volendo accusarla pubblicamente, pensa di ripudiarla in segreto. Ma è insoddisfatto della decisione presa, perché è innamorato di Maria, e continua a pensare a lei, presente fin dentro i suoi sogni.

Giuseppe, l’uomo dei sogni, non parla mai, ma sa ascoltare il proprio profondo, i sogni che lo abitano: anzi, l’uomo giusto ha gli stessi sogni di Dio.

Non temere di prendere con te Maria, tua sposa.

Non temere, non avere paura, sono le prime parole con cui nella Bibbia Dio apre il dialogo con gli uomini: la paura è il contrario della fede, della paternità, del futuro, della libertà. Perché Dio non fa paura; se hai paura, non è da Dio.

Giuseppe prende con sé la madre e il bambino, preferisce l’amore per Maria, e per Dio, al suo amor proprio. La sua grandezza è amare qualcuno più di se stesso, il primato dell’amore.

Per amore di Maria, scava spazio nel suo cuore e accoglie quel bambino non suo. E diventa vero padre di Gesù, anche se non è il genitore.

Generare un figlio è facile, ma essergli padre e madre, amarlo, farlo crescere, farlo felice, insegnargli il mestiere di uomo, è tutta un’altra avventura.

Padri e madri si diventa nel corso di tutta la vita. Ogni giorno di vita offerto è una annunciazione quotidiana. Ogni figlio che nasce ci guarda con uno sguardo in cui ci attende tutta l’eternità.

Dio ci benedice ponendoci accanto persone come angeli, annunciatori dell’infinito, e talvolta -per i più forti tra noi- ponendoci accanto persone che hanno bisogno, un enorme bisogno di noi.

don Alfredo Di Stefano

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SAN Lorenzo Parrocchia IT - ECHI DI VITA 2022 N 50

2022 – Echi di Vita N°50 – IL MONDO HA BISOGNO DI CREDENTI CREDIBILI

Sei tu, o ci siamo sbagliati?

Giovanni, il profeta granitico, il più grande, non capisce. Troppo diverso quel cugino di Nazaret da ciò che la gente, e lui per primo, si aspettano dal Messia. Dov’è la scure tagliente? E il fuoco per bruciare i corrotti?

Il dubbio, però, non toglie nulla alla grandezza di Giovanni e alla stima che Gesù ha per lui. Perché non esiste una fede che non allevi dei dubbi: io credo e dubito al tempo stesso, e Dio gode che io mi ponga e gli ponga domande.

Io credo e non credo, e lui si fida.

Sei tu? Ma se anche dovessi aspettare ancora, sappi che io non mi arrendo, continuerò ad attendere. La risposta di Gesù non è una affermazione assertiva, non pronuncia un “sì” o un “no”, prendere o lasciare.

La sua pedagogia consiste nel far nascere in ciascuno risposte libere e coinvolgenti.

Infatti dice: guardate, osservate, aprite lo sguardo; ascoltate, fate attenzione, tendete l’orecchio.

Rimane la vecchia realtà, eppure nasce qualcosa di nuovo; si fa strada, dentro i vecchi discorsi, una parola ancora inaudita.

Dio crea storia partendo non da una legge, fosse pure la migliore, non da pratiche religiose, ma dall’ascolto del dolore della gente: ciechi, storpi, sordi, lebbrosi guariscono, ritornano uomini pieni, totali.

Dio comincia dagli ultimi. È vero, è una questione di germogli. Per qualche cieco guarito, legioni d’altri sono rimasti nella notte. È una questione di lievito, un pizzico nella pasta; eppure quei piccoli segni possono bastare a farci credere che il mondo non è un malato inguaribile.

Gesù non ha mai promesso di risolvere i problemi della terra con un pacchetto di miracoli. L’ha fatto con l’Incarnazione, perdendo se stesso in mezzo al dolore dell’uomo, intrecciando il suo respiro con il nostro. E poi ha detto: voi farete miracoli più grandi dei miei. Se vi impastate con i dolenti della terra. La fede è fatta di due cose: di occhi che sanno vedere il sogno di Dio, e di mani operose come quelle del contadino che aspetta il prezioso frutto della terra.

Cosa siete andati a vedere nel deserto? Un bravo oratore? Un trascinatore di folle? No, Giovanni è uno che dice ciò che è, ed è ciò che dice; in lui messaggio e messaggero coincidono.

Questo è il solo miracolo di cui la terra ha bisogno, di credenti credibili.

don Alfredo Di Stefano

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SAN Lorenzo Parrocchia IT - ECHI DI VITA 2022 N 49

2022 – Echi di Vita N°49 – IL NUOVO BATTESIMO E’ L’IMMERSIONE NEL MARE DI DIO

Giovanni il Battista predicava nel deserto della Giudea dicendo: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino”.

Gesù cominciò a predicare lo stesso annuncio: “Convertitevi perché il regno dei cieli è vicino”.

Tutti i profeti hanno gli occhi fissi nel sogno, nel regno dei cieli che è un mondo nuovo intessuto di rapporti buoni e felici. Ne percepiscono il respiro vicino: è possibile, è ormai iniziato. Su quel sogno ci chiedono di osare la vita, ed è la conversione.

Si tratta di tre annunci in uno, e tra tutte la parola più calda di speranza è l’aggettivo «vicino».

Dio è vicino, è qui, prima buona notizia: il grande Pellegrino ha camminato, ha consumato distanze, è vicinissimo a te.

Dio è accanto, a fianco, si stringe a tutto ciò che vive, rete che raccoglie insieme, in armonia, il lupo e l’agnello, il leone e il bue, il bambino e il serpente, uomo e donna, arabo ed ebreo, musulmano e cristiano, bianco e nero, per una nuova architettura del mondo e dei rapporti umani.

Il regno dei cieli e la terra come Dio la sogna. Non si è ancora realizzata? Non importa, il sogno di Dio è più vero della realtà, è il nostro futuro che ci porta, la forza che fa partire.

Gesù è l’incarnazione di un Dio che si fa intimo come un pane nella bocca, una parola detta sul cuore, un respiro: infatti vi battezzerà nello Spirito Santo, vi immergerà dentro il mare di Dio, sarete avvolti, intrisi, impregnati della vita stessa di Dio, in ogni vostra fibra.

Convertitevi, ossia osate la vita, mettetela in cammino, e non per eseguire un comando, ma per una bellezza; non per una imposizione da fuori, ma per una seduzione.

Ciò che converte il freddo in calore non è un ordine dall’alto, ma la vicinanza del fuoco; ciò che toglie le ombre dal cuore non è un obbligo o un divieto, ma una lampada che si accende, un raggio, una stella, uno sguardo.

Convertitevi: giratevi verso la luce, perché la luce è già qui. Conversione, non comando ma opportunità: cambiate lo sguardo con cui vedete gli uomini e le cose, cambiate strada, sopra i miei sentieri il cielo è più vicino e più azzurro, il sole più caldo, il suolo più fertile e ci sono cento fratelli, e alberi fecondi, e miele.

Conversione significa anche abbandonare tutto ciò che fa male all’uomo, scegliere sempre l’umano contro il disumano. Come fa Gesù: per lui l’unico peccato è il disamore, non la trasgressione di una o molte regole, ma il trasgredire un sogno, il sogno grande di Dio per noi.

don Alfredo Di Stefano

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