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SAN Lorenzo Parrocchia IT - ECHI DI VITA 2023 N 05

2023 – Echi di Vita N°05 – FELICITA’, PAROLA-CHIAVE DELLE BEATITUDINI

Le nove Beatitudini sono il cuore del Vangelo.

Al cuore del Vangelo c’è per nove volte la parola felicità, c’è un Dio che si prende cura della gioia dell’uomo, tracciandogli i sentieri. Come al solito, inattesi, controcorrente, e restiamo senza fiato, di fronte alla tenerezza e allo splendore di queste parole.

Sono la nostalgia prepotente di un tutt’altro modo di essere uomini, il sogno di un mondo fatto di pace, di sincerità, di giustizia, di cuori puri.

Queste nove parole sono la bella notizia, l’annuncio gioioso che Dio regala vita a chi produce amore, che se uno si fa carico della felicità di qualcuno il Padre si fa carico della sua felicità.

Le beatitudini sono il più grande atto di speranza del cristiano.

Quando vengono proclamate sanno ancora affascinarci, poi usciamo di chiesa e ci accorgiamo che per abitare la terra, questo mondo aggressivo e duro, ci siamo scelti il manifesto più difficile, incredibile, stravolgente e contromano che l’uomo possa pensare.

La prima dice: beati voi poveri.

E ci saremmo aspettati: perché ci sarà un capovolgimento, perché diventerete ricchi.

No. Il progetto di Dio è più profondo e vasto.

Beati voi poveri, perché vostro è il Regno, già adesso, non nell’altra vita!

Beati, perché c’è più Dio in voi, c’è più libertà, meno attaccamento all’io e alle cose.

Beati perché custodite la speranza di tutti. In questo mondo dove si fronteggiano nazioni ricche fino allo spreco e popoli poverissimi, un esercito silenzioso di uomini e donne preparano un futuro buono: costruiscono pace, nel lavoro, in famiglia, nelle istituzioni; sono ostinati nel proporsi la giustizia, onesti anche nelle piccole cose.

La seconda è la beatitudine più paradossale: Beati quelli che sono nel pianto.

Felicità e lacrime mescolate insieme, forse indissolubili. Dio è dalla parte di chi piange ma non dalla parte del dolore!

Un angelo misterioso annuncia a chiunque piange: il Signore è con te.

Dio non ama il dolore, è con te nel riflesso più profondo delle tue lacrime per moltiplicare il coraggio, per fasciare il cuore ferito, nella tempesta è al tuo fianco, forza della tua forza.

La parola chiave delle beatitudini è felicità.

Dio non solo è amore, non solo misericordia, Dio è anche felicità.

don Alfredo Di Stefano

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SAN Lorenzo Parrocchia IT - ECHI DI VITA 2023 N 04

2023 – Echi di Vita N°04 – L’AMORE DI DIO E’ LA CURA DELLA NOSTRA TRISTEZZA

Giovanni il Battista è stato appena arrestato, è accaduto qualcosa di minaccioso che, anziché impaurire e rendere prudente Gesù, lo fa uscire allo scoperto, a dare il cambio a Giovanni.

Gesù abbandona famiglia, casa, lavoro, lascia Nazaret per Cafarnao, non porta niente con sé, solo un annuncio. Che riparte da là dove Giovanni si era fermato: convertitevi perché il regno dei cieli è vicino.

Sono le parole inaugurali del Vangelo, generative di tutto il resto.

Convertitevi. Noi interpretiamo come «pentitevi», mentre è l’invito a rivoluzionare la vita: cambiate logica, spostatevi, non vedete dove vi porta questa strada?

È l’offerta di un’opportunità: venite con me.

Questo regno si è fatto vicino. È come se Gesù dicesse: tenete gli occhi bene aperti perché è successo qualcosa di importantissimo! Giratevi verso la luce, perché la luce è già qui. Dio è qui, come una forza che circola ormai, che non sta ferma, come un lievito, un seme, un fermento.

Il Vangelo termina con la chiamata dei quattro pescatori e la promessa: vi farò pescatori di uomini.

Con che cosa, con quale rete pescheranno gli uomini?

   Il Vangelo è la chiave: è possibile vivere meglio, per tutti, perché la sua parola risponde alle necessità più profonde delle persone. Perché quando è narrato adeguatamente e con bellezza, sicuramente il Vangelo risponde ai bisogni più profondi dei cuori e mette a disposizione un tesoro di vita e di amore, che non inganna, che non delude.

La conclusione del brano di oggi è una sintesi affascinante della vita di Gesù.

Camminava e annunciava la buona novella, camminava e guariva la vita.

Gesù cammina verso di noi, gente delle strade, incontro a noi, gente dalla vita ordinaria e mostra con ogni suo gesto che Dio è qui, con amore. E questa è l’unica cosa che guarisce la vita.

Questo sarà anche il nostro annuncio, a ciascuno dire: Dio è con te, con amore.

don Alfredo Di Stefano

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2023 – Echi di Vita N°03 – UN AGNELLO CHE PORTA LA TENEREZZA DIVINA

Giovanni vedendo Gesù venire…

Poter avere, come lui, occhi di profeta e so che non è impossibile perché vi è un pizzico di profeta nei recessi di ogni esistenza umana; vedere Gesù mentre viene, eternamente incamminato lungo il fiume dei giorni; mentre viene negli occhi dei fratelli uccisi come agnelli; mentre viene lungo il confine tra bene e male dove si gioca il tuo e, in te, il destino del mondo.

Vederlo venire (come ci è stato concesso a Natale) pellegrino dell’eternità, nella polvere dei nostri sentieri di guerra, sparpagliato per tutta la terra, da dove non se ne andrà mai più.

Ecco l’agnello, il piccolo del gregge, l’ultimo nato che ha ancora bisogno della madre e si affida al pastore, che vuole crescere con noi e in mezzo a noi.

Non è il «leone di Giuda», che viene a sistemare i malvagi e i prepotenti, ma un piccolo Dio che non può e non vuole far paura a nessuno; che non si impone, ma si propone e domanda solo di essere accolto.

Accolto come il racconto della tenerezza di Dio. Viene e porta la rivoluzione della tenerezza, porta un altro modo possibile di abitare la terra, vivendo una vita libera da inganno e da violenza.

Amatevi, dirà, altrimenti vi distruggerete, è tutto qui il Vangelo.

Ecco l’agnello, inerme e più forte di tutti gli Erodi della terra. Una sfida a viso aperto alla violenza, alla sua logica, al disamore che è la radice di ogni peccato. Viene l’Agnello di Dio, e porta molto di più del perdono, porta se stesso: Dio nella carne, il suo cuore dentro il nostro cuore, respiro dentro il respiro, per sempre.

E toglie il peccato del mondo.

Il verbo è al declinato al presente: ecco Colui che instancabilmente, infallibilmente, giorno per giorno, continua a togliere, a raschiare via, adesso ancora, il male dell’uomo. E in che modo toglie il male? Con la minaccia e il castigo? No, ma con lo stesso metodo vitale, positivo con cui opera nella creazione.

Per vincere il buio della notte Dio incomincia a soffiare sulla luce del giorno; per vincere il gelo accende il suo sole; per vincere la zizzania del campo si prende cura del buon grano; per demolire la menzogna Lui passa libero, disarmato, amorevole fra le creature.

Il peccato è tolto: nel Vangelo il peccato è presente e tuttavia è assente.

Gesù ne parla solo per dirci: è tolto, è perdonabile sempre!

E come Lui, il discepolo non condanna, ma annuncia un Dio che dimentica se stesso dietro una pecora smarrita, un bambino, un’adultera. Che muore per loro e tutti li catturerà dentro la sua risurrezione.

don Alfredo Di Stefano

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Parrocchia San Lorenzo - ECHI DI VITA 2023 N 02 - Evidenza

2023 – Echi di Vita N°02 – SPIRITO E ACQUA PER LA VITA CHE SORGE

Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono i cieli, e vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba sopra di lui.

   Lo Spirito e l’acqua sono le più antiche presenze della Bibbia.

 

Il primo movimento della vita nella Bibbia è una danza dello Spirito sulle acque. Come una colomba che cerca il suo nido, che cova la vita che sta per nascere.

Da allora sempre lo Spirito e l’acqua sono legati al sorgere della vita. Per questo sono presenti nel Battesimo di Gesù e nel nostro Battesimo: come vita sorgente.

 

Di quale vita si tratta?

Lo spiega la Voce dal cielo: Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento.

 

Figlio è la prima parola. Ogni figlio vive della vita del padre, non ha in se stesso la propria sorgente, viene da un altro.

Battesimo significa immersione: siamo stati immersi dentro la Sorgente, ma non come due cose separate ed in fondo estranee, come il vestito e il corpo, ma per diventare un’unica cosa, come l’acqua e la Sorgente, come il tralcio e la Vite.

Il nostro abitare in Dio dopo che Dio è venuto ad abitare in mezzo a noi, il mio Natale dopo il suo Natale.

 

Amato è la seconda parola.

Prima che tu agisca, prima di ogni merito, che tu lo sappia o no, ogni giorno appena ti svegli, il tuo nome per Dio è «amato». Immeritato amore, che precede ogni risposta, lucente pregiudizio di Dio su ogni creatura.

 

Mio compiacimento è la terza parola.

Termine raro e prezioso che significa: tu – figlio – mi piaci.

C’è dentro una gioia, un’esultanza, una soddisfazione, c’è un Dio che trova piacere a stare con me e mi dice: tu, gioia mia!

E mi domando quale gioia posso regalare al Padre, io che l’ho ascoltato e non mi sono mosso, che non l’ho mai raggiunto e già perduto, e qualche volta l’ho perfino tradito.

Solo un amore immotivato spiega queste parole. E un giorno quando arriverò davanti a Dio ed Egli mi guarderà, so che vedrà un pover’uomo, nient’altro che una canna incrinata, il fumo di uno stoppino smorto.

Eppure so che ripeterà proprio a me quelle tre parole: Figlio mio, amore mio, gioia mia.

don Alfredo Di Stefano

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Parrocchia San Lorenzo - ECHI DI VITA 2023 N 01 - Evidenza

2023 – Echi di Vita N°01 – MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO

La prima lettura biblica del nuovo anno fa scendere su di noi una benedizione colma di luce, in cui prendere respiro per l’avvio del nuovo anno. Il Signore parlò a Mosè, ad Aronne, ai suoi figli e disse: Voi benedirete i vostri fratelli. Voi benedirete: per prima cosa, che lo meritino o no, voi li benedirete.

Dio ci raggiunge non proclamando dogmi o impartendo divieti, ma benedicendo. La sua benedizione è una energia, una forza, una fecondità di vita che scende su di noi, ci avvolge, ci penetra, ci alimenta. Dio chiede anche a noi, figli di Aronne nella fede, di benedire uomini e storie, il blu del cielo e il giro degli anni, il cuore dell’uomo e il volto di Dio.

Mio e tuo compito per l’anno che viene: benedire i fratelli! Se non impara a benedire, l’uomo non potrà mai essere felice. E come si fa a benedire?

Dio stesso ordina le parole: Il Signore faccia risplendere per te il suo volto.

Che cosa è un volto che risplende? Forse poca cosa, eppure è l’essenziale. Perché il volto è la finestra del cuore, racconta cosa ti abita. Brilli il volto di Dio, scopri nell’anno che viene un Dio luminoso, un Dio solare, ricco non di troni, di leggi, di dichiarazioni, ma il cui più vero tabernacolo è la luminosità di un volto.

Un Dio dalle grandi braccia e dal cuore di luce.

La benedizione di Dio non è salute, denaro, fortuna, prestigio, lunga vita ma, molto semplicemente, è la luce. La luce è tante cose, lo capiamo guardando le persone che hanno luce e che emanano bontà, generosità, bellezza, pace.

Dio ci benedice ponendoci accanto persone dal volto e dal cuore luminosi.

Continua la Bibbia: Il Signore ti faccia grazia. Cosa ci riserverà l’anno che viene?

Io non lo so, ma di una cosa sono certo: Il Signore mi farà grazia, che vuol dire: il Signore si rivolgerà verso di me, si chinerà su di me, mi farà grazia di tutti gli sbagli, di tutti gli abbandoni; camminerà con me, nelle mie prove si abbasserà su di me, mio confine di cielo, perché non gli sfugga un solo sospiro, una sola lacrima.

Qualunque cosa accadrà quest’anno, Dio sarà chino su di me e mi farà grazia.

Otto giorni dopo Natale ritorna lo stesso racconto di quella notte: Natale non è facile da capire. Facciamoci guidare allora da Maria, che custodiva e meditava tutte queste cose nel suo cuore; che cercava il filo d’oro che tenesse insieme gli opposti: una stalla e «una moltitudine di angeli», una mangiatoia e un «Regno che non avrà fine». Come lei, come i pastori, anche noi salviamo almeno lo stupore: a Natale il Verbo è un neonato che non sa parlare, l’Eterno è appena il mattino di una vita, l’Onnipotente è un bimbo capace solo di piangere. Dio ricomincia sempre così, con piccole cose e in alto silenzio.

Benedetti da Dio, auguri di un anno di pace!

don Alfredo Di Stefano

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