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San Lorenzo Parrocchia - ECHI DI VITA 2017 N 52

Echi Di Vita N°52 – LA STORIA RICOMINCIA DAGLI ULTIMI!

A Natale non celebriamo un ricordo, ma una profezia. Natale non è una festa sentimentale, ma il giudizio sul mondo: Dio verso l’uomo, il grande verso il piccolo, dal cielo verso il basso, da una città verso una grotta, dal tempio a un campo di pastori. La storia ricomincia dagli ultimi.

Mentre a Roma si decidono le sorti del mondo, mentre le legioni mantengono la pace con la spada, in questo meccanismo nasce un bambino, sufficiente a mutare la direzione della storia.

Maria diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia …nella greppia degli animali, che Maria nel suo bisogno legge come una culla. La stalla e la mangiatoia sono un ‘no’ ai modelli mondani, un ‘no’ alla fame di potere, un no al ‘così vanno le cose. Natale è il più grande atto di fede di Dio nell’umanità, affida il figlio alle mani di una ragazza inesperta e generosa, ha fede in lei. Maria si prende cura del neonato, lo nutre di latte, di carezze e di sogni. Lo fa vivere con il suo abbraccio. Allo stesso modo, nell’incarnazione mai conclusa del Verbo, Dio vivrà sulla nostra terra solo se noi ci prendiamo cura di lui, come una madre, ogni giorno. Perché il Natale? Dio si è fatto uomo perché l’uomo si faccia Dio. Cristo nasce perché io nasca. La nascita di Gesù vuole la mia nascita: che io nasca diverso e nuovo, che nasca con lo Spirito di Dio in me.

Natale è la riconsacrazione del corpo. La certezza che la nostra carne che Dio ha preso, amato, fatto sua, in qualche sua parte è santa, che la nostra storia in qualche sua pagina è sacra. Il creatore che aveva plasmato Adamo con la creta del suolo si fa lui stesso creta di questo nostro suolo. Il vasaio si fa argilla di una vaso fragile e bellissimo: Creatore e creatura ormai si
sono abbracciati. Ed è per sempre.

L’augurio a tutta la comunità di vero cuore di un “Buon Natale”: possa essere per ciascuno un grande momento di gioia e di conversione.

Il Signore Gesù possa portare serenità e pace in modo particolare nelle situazione di sofferenza e di solitudine, sapendo che, per questo, si servirà soprattutto delle nostre mani, del nostro sorriso, delle nostre parole, delle nostre persone.

Don Alfredo Di Stefano

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