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San Lorenzo Parrocchia - ECHI DI VITA 2018 N 23

Echi Di Vita N°23 – SCONFIGGERE IL MALE CON IL BENE

Siamo di fronte a un brano davvero singolare del Vangelo: Gesù viene accusato di essere posseduto da Beelzebul e di scacciare i demoni per virtù del loro capo.

Malgrado abbia fatto miracoli, è accusato di essere un indemoniato e un pazzo. È stato e sarà sempre così: su Cristo si dicono solo menzogne per accusarlo.

Eppure, con estrema calma, cerca di rettificare il falso modo di ragionare dei presenti: “Come può Satana scacciare Satana?”. Il suo regno sarebbe distrutto dato che ogni regno non può sussistere se c’è discordia in esso.

C’è una malizia in chi gli sta intorno tipica di chi ha occhi e non vuol vedere al punto da paragonare le malefatte del demonio con le opere miracolose di Gesù. Avere gli occhi e non vedere è peccare contro le evidenze rivelate dallo Spirito Santo al punto che il Salvatore pronuncia quella sentenza che a molti dovette apparire oscura, come del resto anche oggi, anche se rivelava tutta la forza della sua persona e della sua missione: “In verità vi dico: ai figli degli uomini saranno perdonati tutti i peccati e tutte le bestemmie che avranno detto; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non avrà perdono in eterno”. È il peccato contro la verità e il suo rifiuto cosciente e consapevole, rifiuto della misericordia di Dio.

La folla che gli stava intorno cresceva e questo dava fastidio a scribi e farisei. Gli dissero, forse per distoglierlo, “ecco tua madre e i tuoi fratelli sono fuori e ti cercano”. Gesù, come tante volte, più che rispondere, rovescia la domanda: “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?”. Si sarà sicuramente creato un imbarazzante silenzio dato che, come sempre alle sue domande, nessuno osa dare risposte e contraddire.

Il Signore dovette guardarli ripetutamente prima di rispondere al loro posto: “Chiunque, infatti, fa la volontà di Dio, questi mi è fratello e sorella e madre”. Un nuovo criterio di familiarità e di fraternità si impone nella storia dell’umanità, vincolo nuovo per tutti i credenti.. È questa la fonte del nostro
coraggio interiore che “si rinnova di giorno in giorno”.

Da questa convinzione traiamo la forza per affrontare la tribolazione quotidiana ben sapendo che essa è “momentanea e di lieve peso, procura a noi, assolutamente al di sopra di ogni misura, un peso di gloria eterna”. Per far questo dobbiamo mirare alla gloria futura e alle realtà invisibili che restano, dato
che “le cose visibili sono effimere, le invisibili, invece, sono eterne”.

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