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SAN Lorenzo Parrocchia IT - ECHI DI VITA 2023 N 09

2023 – Echi di Vita N°09 – LE TENTAZIONI DI CRISTO SONO ANCHE LE NOSTRE

Il racconto delle tentazioni ci chiama al lavoro mai finito di mettere ordine nelle nostre scelte, a scegliere come vivere.

Le tentazioni di Gesù sono anche le nostre: investono l’intero mondo delle relazioni quotidiane. La prima tentazione concerne il rapporto con noi stessi e con le cose. La seconda è una sfida aperta alla nostra relazione con Dio. La terza infine riguarda la relazione con gli altri.

 

Dì che queste pietre diventino pane! Il pane è un bene, un valore indubitabile, ma Gesù risponde giocando al rialzo, offrendo più vita: «Non di solo pane vivrà l’uomo». Il pane è buono ma più buona è la parola di Dio, il pane dà vita ma più vita viene dalla bocca di Dio. L’uomo vive di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.

Parola di Dio è il Vangelo, ma anche l’intero creato. Se l’uomo vive di ciò che viene da Dio, io vivo della luce, del cosmo, ma anche di te: fratello, amico, amore, che sei parola pronunciata dalla bocca di Dio per me.

La seconda tentazione è una sfida aperta a Dio. «Buttati e credi in un miracolo». Quello che sembrerebbe il più alto atto di fede – gettati con fiducia! - ne è, invece, la caricatura, pura ricerca del proprio vantaggio.

Gesù ci mette in guardia dal volere un Dio magico a nostra disposizione, dal cercare non Dio ma i suoi benefici, non il Donatore ma i suoi doni. «Non tentare il Signore»: io so che sarà con me, ma come lui vorrà, non come io vorrei. Forse non mi darà tutto ciò che chiedo, eppure avrò tutto ciò che mi serve, tutto ciò di cui ho bisogno.

 

Nella terza tentazione il diavolo alza ancora la posta: adorami e ti darò tutto il potere del mondo. Il diavolo fa un mercato, esattamente il contrario di Dio, che non fa mai mercato dei suoi doni. È come se dicesse: Gesù, vuoi cambiare il corso della storia con la croce? Non funzionerà. Il mondo è già tutto una selva di croci. Cosa se ne fa di un crocifisso in più? Il mondo ha dei problemi, tu devi risolverli. Prendi il potere, occupa i posti chiave, cambia le leggi. Così risolverai i problemi: con rapporti di forza e d’inganno, non con l’amore.

 

«Ed ecco angeli si avvicinarono e lo servivano». Avvicinarsi e servire, verbi da angeli.

Se in questa Quaresima ognuno di noi volesse avvicinarsi e prendersi cura di una persona che ha bisogno, perché malata o sola o povera, regalando un po’ di tempo e un po’ di cuore, allora per lei sarebbe come se si avvicinasse un angelo. Facciamolo!

don Alfredo Di Stefano

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SAN Lorenzo Parrocchia IT - ECHI DI VITA 2023 N 08

2023 – Echi di Vita N°08 – UN CUORE CHE SA AMARE I NEMICI

Avete inteso che fu detto: occhio per occhio… Ma io vi dico se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra: sii disarmato, non incutere paura, mostra che non hai nulla da difendere, e l’altro capirà l’assurdo di esserti nemico.

Tu porgi l’altra guancia; non la passività morbosa di chi ha paura, ma una iniziativa decisa: riallaccia tu la relazione, fa’ tu il primo passo, perdonando, ricominciando, rattoppando coraggiosamente il tessuto della vita, continuamente lacerato.

Il cristianesimo è la religione di uomini liberi, padroni delle proprie scelte anche davanti al male, capaci di disinnescare la spirale della vendetta e di inventare reazioni nuove, attraverso la creatività dell’amore, che fa saltare i piani, non ripaga con la stessa moneta, scombina le regole ma poi rende felici.

 

Amerai il prossimo e odierai il tuo nemico… Ma io vi dico: amate i vostri nemici.

Gesù intende eliminare il concetto stesso di nemico. Violenza produce violenza come un catena infinita. Lui sceglie di spezzarla. Mi chiede di non replicare su altri ciò che ho subito. Ed è così che mi libero.

Tutto il Vangelo è qui: amatevi, altrimenti vi distruggerete.

 

Cosa possono significare allora gli imperativi di Gesù: amate, pregate, porgete, pre­state? Non sono ordini, non si ama infatti per decreto, ma porte spalancate verso delle possibilità, offerta di un potere, trasmissione da Dio all’uomo di una forza divina.

E tutto questo perché siate figli del Padre vostro celeste che fa sorgere il sole sui buoni e sui cattivi. Da Padre a figli: c’è come una trasmissione di eredità, un’eredità di comportamenti, di affetti, di valori, di forza.

 

Voi potete amare anche i nemici, potete fare l’impossibile, io ve ne darò la capacità se lo desiderate, se me lo chiedete, e proseguite sulla strada del cambiamento interiore, della conformazione al Padre.

Allora capisco: io posso (potrò) amare come Dio! Ci sarà dato un giorno il cuore stesso di Dio.

 

Ogni volta che noi chiediamo al Signore: «Donaci un cuore nuovo», noi stiamo invocando di poter avere un giorno il cuore di Dio, di conformarci agli stessi sentimenti del cuore di Dio.

Verrà il giorno in cui il nostro cuore che ha fatto tanta fatica a imparare l’amore, sarà il cuore di Dio e allora saremo capaci di un amore che rimane in eterno, che sarà la nostra anima, per sempre, e l’anima del mondo.

don Alfredo Di Stefano

 

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SAN Lorenzo Parrocchia IT - ECHI DI VITA 2023 N 07

2023 – Echi di Vita N°07 – LO SCOPO DELLA LEGGE E FAR FIORIRE L’UOMO

Un altro dei Vangeli impossibili: se ognuno che dà del matto o dello stupido a un fratello in un impeto d’ira, fosse trascinato in tribunale o finisse all’inferno, non avremmo più un uomo a piede libero sulla terra e, nei cieli, Dio tutto solo a intristire nel suo paradiso vuoto.

Gesù stesso sembra contraddirsi: afferma l’inviolabilità della legge fin nei minimi dettagli e trasgredisce la norma più grande, il riposo del sabato. Ma ogni sua parola converge verso un obiettivo: far emergere l’anima segreta, andare al cuore della norma.

 

Il Vangelo non è un manuale di istruzioni, con tutte le regole già pronte per l’uso, già definite e da applicare. Il Vangelo è maestro di umanità, ci permette di pensare con la nostra testa, convoca la nostra coscienza e la responsabilità del nostro agire, da non delegare a nessun legislatore. Allora cerco di leggere più in profondità e vedo che Gesù porta a compimento la legge lungo due linee: la linea del cuore e la linea della persona.

 

  • La linea del cuore. Fu detto: non ucciderai; ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, cioè chiunque alimenta dentro di sé rabbie e rancori, è già in cuor suo un omicida. Gesù va alla sorgente, al laboratorio dove si forma ciò che poi uscirà all’esterno come parola e gesto: ritorna al tuo cuore e guariscilo, poi potrai curare tutta la vita. Va alla radice che genera la morte o la vita: chi non ama suo fratello è omicida. Il disamore uccide. Non amare qualcuno è togliergli vita; non amare è per te un lento morire.

 

  • La linea della persona: Se tu guardi una donna per desiderarla sei già adultero. Non dice: se tu, uomo, desideri una donna; se tu, donna, desideri un uomo. Non è il desiderio ad essere condannato, ma quel ‘per‘, vale a dire quando tu ti adoperi con gesti e parole allo scopo di sedurre e possedere l’altro, quando trami per ridurlo a tuo oggetto, tu pecchi contro la grandezza e la bellezza di quella persona. È un peccato di adulterio nel senso originario del verbo adulterare: tu alteri, falsifichi, manipoli, immiserisci la persona.

 

Le rubi il sogno di Dio, l’immagine di Dio. Perché riduci a corpo anonimo, lui o lei che invece sono abisso e cielo, profondità e vertigine. Pecchi non tanto contro la morale, ma contro la persona, contro la nobiltà, l’unicità, il divino della persona.

 

Lo scopo della legge morale non è altro che custodire, coltivare, far fiorire l’umanità dell’uomo. A questo fine Gesù propone un unico salto di qualità: il ritorno al cuore e alla persona.

Allora il Vangelo è facile, umanissimo, felice, anche quando dice parole che danno le vertigini. Non aggiunge fatica, non cerca eroi, ma uomini e donne veri.

don Alfredo Di Stefano

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SAN Lorenzo Parrocchia IT - ECHI DI VITA 2023 N 06

2023 – Echi di Vita N°06 – IL SALE E LA LUCE: RADICI DI VERO FUTURO

Dio è luce: una delle più belle definizioni di Dio. Ma il Vangelo oggi rilancia: anche voi siete luce. Una delle più belle definizioni dell’uomo. E non dice: voi dovete essere, sforzatevi di diventare, ma voi siete già luce.

La luce non è un dovere, ma il frutto naturale in chi ha respirato Dio. La Parola mi assicura che in qualche modo misterioso e grande, grande ed emozionante, noi tutti, con Dio in cuore, siamo luce da luce, proprio come proclamiamo di Gesù nella professione di fede: Dio da Dio, luce da luce.

Io non sono né luce né sale, lo so bene, per lunga esperienza. Eppure il Vangelo parla di me a me, e dice: Non fermarti alla superficie, al ruvido dell’argilla, cerca in profondità, verso la cella segreta del cuore; là, al centro di te, troverai una lucerna accesa, una manciata di sale. Per pura grazia. Non un vanto, ma una responsabilità.

Voi siete la luce, non io o tu, ma voi. Quando un io e un tu s’incontrano generando un noi, quando due sulla terra si amano, nel noi della famiglia dove ci si vuol bene, nella comunità ac­cogliente, nel gruppo solidale è conservato senso e sale del vivere.

Come mettere la lampada sul candelabro?

Isaia suggerisce: Spezza il tuo pane, introduci in casa lo straniero, vesti chi è nudo, non distogliere gli occhi dalla tua gente… Allora la tua luce sorgerà come l’aurora.

Tutto un incalzare di azioni: non restare curvo sulle tue storie e sulle tue sconfitte, ma occupati della città e della tua gente, illumina altri e ti illuminerai, guarisci altri e guarirà la tua vita.

Voi siete il sale, che ascende dalla massa del mare rispondendo al luminoso appello del sole. Allo stesso modo il discepolo ascende, rispondendo all’attrazione dell’infinita luce divina. Ma poi discende sulla mensa, perché se resta chiuso in sé non serve a niente: deve sciogliersi nel cibo, deve donarsi.

Il sale dà sapore: io non ho voluto sapere nient’altro che Cristo crocifisso. «Sapére» è molto più che «conoscere»: è avere il sapore di Cristo. E accade quando Cristo, come sale, è disciolto dentro di me; quando, come pane, penetra in tutte le fibre della vita e diventa mia parola, mio gesto, mio cuore.

Il sale conserva.

Gesù non dice voi siete il miele del mondo, un generico buonismo che rende tutto accettabile, ma il sale, qualcosa che è una forza, un istinto di vita che penetra le scelte, si oppone al degrado delle cose e rilancia ciò che merita

don Alfredo Di Stefano

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