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SAN Lorenzo Parrocchia IT - ECHI DI VITA 2022 N 09

2022 – Echi di Vita N°09 – LA FECONDITA’ E’ LA PRIMA LEGGE DI UN ALBERO

L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene.

Il buon tesoro del cuore: una definizione così bella, così piena di speranza, di ciò che siamo nel nostro intimo mistero.

La nostra vita è viva se abbiamo coltivato tesori di speranza, la passione per il bene possibile, per il sorriso possibile, la buona politica possibile, una “casa comune” dove sia possibile vivere meglio per tutti.

Accade come per gli alberi: l’albero buono non produce frutti guasti. Gesù ci porta alla scuola della sapienza degli alberi.

La prima legge di un albero è la fecondità, il frutto. Ed è la stessa regola di fondo che ispira la morale evangelica: un’etica del frutto buono, della fecondità creativa, del gesto che fa bene davvero, della parola che consola davvero e guarisce, del sorriso autentico.

Nel giudizio finale il dramma non saranno le nostre mani forse sporche, ma le mani desolatamente vuote, senza frutti buoni offerti alla fame d’altri.

Invece gli alberi, la natura intera, mostrano come non si viva in funzione di se stessi, ma al servizio delle creature: infatti ad ogni autunno ci incanta lo spettacolo dei rami gonfi di frutti, un eccesso, uno scialo, uno spreco di semi, che sono per gli uccelli del cielo, per gli animali della terra, per gli insetti come per i figli dell’uomo.

Le leggi profonde che reggono la realtà sono le stesse che reggono la vita spirituale.

Il cuore del cosmo non dice sopravvivenza, la legge profonda della vita è dare. Cioè crescere e fiorire, creare e donare. Come alberi buoni. Ma abbiamo anche una radice di male in noi.

Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello? Perché ti perdi a cercare fuscelli, a guardare l’ombra anziché la luce di quell’occhio? Non è così lo sguardo di Dio.

L’occhio del Creatore vide che l’uomo era cosa molto buona! Dio vede l’uomo molto buono perché ha un cuore di luce.

L’occhio cattivo emana oscurità, diffonde amore per l’ombra.

L’occhio buono è come lucerna, diffonde luce. Non cerca travi o pagliuzze o occhi feriti, i nostri cattivi tesori, ma si posa su di un Eden di cui nessuno è privo: «con ogni cura veglia sul tuo cuore perché è la sorgente della vita» (Proverbi 4,23).

 

don Alfredo Di Stefano

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SAN Lorenzo Parrocchia IT - ECHI DI VITA 2022 N 08

2022 – Echi di Vita N°08 – UN AMORE GRATUITO OLTRE IL PROPRIO EGOISMO

La Parola del Signore è molto evidente. Il nostro amore verso il prossimo dev’essere gratuito, senza sperarne nulla, perché dev’essere simile all’amore di Dio.

Dio ama senza ricevere nulla, senza averne alcun beneficio, Dio ama e dà. L’uomo si deve avvicinare a questo meraviglioso amore, deve dare perché è giusto dare, non deve sperare in alcun profitto. È un amore che si domanda da noi, che diventa la più potente testimonianza.

Ecco il paragone continuo che dobbiamo fare. La verità nell’amore è che bisogna bandire dal cuore ogni egoismo, bisogna bandire dal cuore ogni ambizione, perché ciò che ci impedisce un amore puro è questo esagerato attaccamento a noi stessi, per cui pensiamo sempre in ragione di un profitto. Bandire dal nostro cuore quella pesantezza umana e istintiva che fa sempre i calcoli, sempre.

Ecco perché, noi diciamo, abbiamo bisogno di purificarci: perché senza purificazione le nostre parole diventano ipocrite, i nostri atteggiamenti diventano subdoli e, anche quando ci riempiamo la bocca di belle parole, i fatti continuamente le smentiscono.

Abbiamo bisogno di purificarci.

Ecco, l’egoismo va strappato, va continuamente combattuto. E l’egoismo nostro si vince così ogni giorno, cominciando dalla nostra famiglia: la cordialità, la bontà, il servizio ci devono educare. Dobbiamo pensare prima alla felicità degli altri poi alle altre cose. Dobbiamo combattere l’egoismo che si manifesta in mille maniere: c’è un egoismo che si manifesta anche nelle nostre devozioni quando sono un’espressione solo del nostro interesse, solo della nostra ingordigia.

 

Dobbiamo combattere l’egoismo! La pandemia ce ne ha data occasione. Noi dovevamo fare della pandemia anti-egoismo, chiamati a ringraziare Dio e, in un clima di tensioni e di indifferenza, in questo urto continuo di interessi, noi dovevamo manifestare la carità del Signore.

Impegniamoci dunque perché questo tempo non diventi semplicemente espressione di un costume, non diventi semplicemente la ricerca di un bene individuale, ma diventi un’educazione forte e generosa ad essere veramente dei cristiani, cioè di coloro che amano gratuitamente e che donano agli altri e che si dimostrano proprio discepoli di Gesù.

Manifestiamo Gesù nella nostra carità e ognuno di noi, facendo i suoi propositi di bene, senta urgente questa esigenza di essere come ci vuole il Signore: pronti, impegnati, generosi fino in fondo.

don Alfredo Di Stefano

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SAN Lorenzo Parrocchia IT - ECHI DI VITA 2022 N 07

2022 – Echi di Vita N°07 – LA NOSTRA FELICITA’ E’ NEL PROGETTO DI DIO

Davanti al Vangelo delle beatitudini provo ogni volta la paura di rovinarlo con le mie parole: so di non averlo ancora capito, continua a stupirmi e a sfuggirmi.

Ti fanno pensoso e disarmato, riaccendono la nostalgia prepotente di un mondo fatto di bontà, di sincerità, di giustizia.

Le sentiamo difficili eppure amiche: perché non stabiliscono nuovi comandamenti, sono invece la bella notizia che Dio regala gioia a chi produce amore, che se uno si fa carico della felicità di qualcuno il Padre si fa carico della sua felicità.

Beati: parola che mi assicura che il senso della vita è nel suo intimo, nel suo nucleo ultimo, ricerca di felicità.

La felicità è nel progetto di Dio: Gesù ha moltiplicato la capacità di star bene!

Beati voi, poveri! Non beata la povertà, ma le persone: i poveri senza aggettivi, tutti quelli che l’ingiustizia del mondo condanna alla soffe­renza.

La parola «povero» contiene ogni uomo. Povero sono io quando ho bisogno d’altri per vivere, non basto a me stesso, mi affido, chiedo perdono, vivo perché accolto.

Ci saremmo aspettati: beati perché ci sarà un capovolgimento, perché diventerete ricchi. No. Il progetto di Dio è più profondo e più delicato.

Beati voi, poveri, perché vostro è il Regno, già adesso, non nell’altro mondo!

Beati, perché è con voi che Dio cambierà la storia, non con i potenti.

Avete il cuore al di là delle cose: c’è più Dio in voi, siete come anfore che possono contenere pezzi di cielo e di futuro.

Beati voi che piangete. Beati non perché Dio ama il dolore, ma perché è con voi contro il dolore; è più vicino a chi ha il cuore ferito.

Un angelo misterioso annuncia a chi piange: il Signore è con te, è nel riflesso più profondo delle tue lacrime, per moltiplicare il coraggio, per farsi argine al pianto, forza della tua forza.

Guai a voi ricchi: state sbagliando strada. Il mondo non sarà reso migliore da chi accumula denaro; le cose sono tiranne, imprigionano il pensiero e gli affetti. E la felicità non viene dal possesso, ma dai volti.

Se accogli le Beatitudini, la loro logica ti cambia il cuore, sulla misura di quello di Dio. E possono cambiare il mondo.

don Alfredo Di Stefano

 

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SAN Lorenzo Parrocchia IT - ECHI DI VITA 2022 N 06

2022 – Echi di Vita N°06 – DIO RIEMPIE LE RETI DELLA NOSTRA VITA

Quattro pescatori sono lanciati in un’av­ventura più grande di loro: pescare per la vita. Pescare produce la morte dei pesci. Ma per gli uomini non è così: pescare significa «catturare vivi».

«Sarai pescatore di uomini»: li raccoglierai da quel fondo dove credono di vivere e non vivono; mostrerai loro che sono fatti per un altro respiro, un altro cielo, un’altra vita!

Raccoglierai per la vita.

Gesù sale anche sulla mia barca, non importa se è vuota e l’ho tirata in secco, e dice anche a me: Vuoi mettere a disposizione la tua barca, la barca della tua vita? C’è una missione per te. Quella stessa di Pietro, che è per tutti, non solo per preti o suore.

Se pescare non significa dare la morte, ma portare a vivere meglio, con più respiro e luce, portare a galla la persona da quel fondo limaccioso, triste, senza speranza, in cui vive, allora in questa nostra epoca delle passioni tristi un grande lavoro è da compiere. Non noi. però, ma lo Spirito di Dio.

Sulla tua parola getterò le reti.

Che cosa spinge Pietro a fidarsi? Non ci sono discorsi sulla barca, ma sguardi: per Gesù guardare una persona e amarla era la stessa cosa. Pietro in quegli occhi ha visto l’amore per lui. Si è sentito amato, sente che la sua vita è al sicuro accanto a Gesù, crede nella forza dell’amore che ha visto, e si fida.

E le reti si riempiono.

Simone, davanti a questa potenza e mistero, ha paura: allontanati da me, perché sono un peccatore.

E Gesù ha una reazione bellissima: trasporta Simone su di un piano totalmente diverso. Non si interessa dei suoi peccati; ha una sovrana indifferenza per il passato di Simone, pronuncia parole che creano futuro: Non temere. Tu sarai pescatore, donerai vita.

Mi incantano la delicatezza e la sapienza con le quali il Signore Gesù si rivolge a Si­mone, e in lui a tutti: lo pregò di scostarsi da riva.

Gesù prega Simone, non si impone mai; «non temere»: Dio viene come coraggio di vita; libera dalla paura, paralisi del cuore; «tu sarai»: tu donerai vita. Gesù intuisce in me fioriture di domani; per lui nessun uomo coincide con i suoi fallimenti, bensì con le sue potenzialità.

Tre parole con cui Gesù, maestro di umanità, rilancia la vita: delicatezza, coraggio, futuro.

Lasciarono tutto e lo seguirono. Senza neppure chiedersi dove li condurrà. Vanno dietro a lui e vanno verso l’uomo, quella doppia direzione che sola conduce al cuore della vita.

don Alfredo Di Stefano

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