Monthly Archives : marzo 2022

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SAN Lorenzo Parrocchia IT - ECHI DI VITA 2022 N 13

2022 – Echi di Vita N°13 – E’ LA VERA FIDUCIA CHE LIBERA DAL MALE

Ogni volta davanti a questa parabola mi si allarga il cuore, sento gioia e un grande stupore. Qui sento palpitare il cuore di Dio, e tutto il mio vagabondare nel buio.

Il centro della parabola è un Padre buono, che ama senza misura, in modo illogico, quasi ingiusto, forte come una roccia nel saper attendere, dando fiducia e libertà, e tenero come una madre nel saper accogliere.

Questo Padre buono non vuole una casa abitata da servi, obbedienti e scontenti, ma da figli liberi, gioiosi e amanti. Il suo dramma sono due figli che non si amano, forse perché non si sentono amati, forse perché si credono servi.

Il più giovane se ne va, un giorno, in cerca di felicità. Il Padre non si oppone, non è mai contro la mia libertà, non la limita. Il giovane parte e fa naufragio, il libero ribelle diventa schiavo. Eppure nel momento in cui la notte è più profonda, lì comincia a spuntare il giorno: «allora rientrò in se stesso: io qui muoio di fame». E inizia il viaggio di ritorno.

Non torna per amore, torna per fame. Non perché è pentito, ma perché la morte gli cammina a fianco. Cercava un buon padrone, non osava ancora, non osava più cercare un padre: «trattami come un servo».

Ma al padre non importa il motivo per cui un figlio ritorna, «lo vide da lontano, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò».

Al solo muovere il piede già mi ha visto; io cammino, lui corre; io parlo: «non sono de­gno, trattami da servo», lui mi interrompe, per convertirmi proprio da quell’idea.

Vuole salvarmi dal mio cuore di servo e restituirmi un cuore di figlio.

Il peccato dell’uomo è di essere schiavo invece che figlio di Dio. Dio è padre solo se ha dei figli, vivi.

Accettare il perdono di Dio è una delle più grandi sfide della vita spirituale.

C’è qualcosa in noi che si aggrappa ai nostri peccati e non lascia che Dio cancelli il nostro passato e ci offra un inizio completamente nuovo.

Accettare l’amore è forse più difficile che darlo.

Il Padre non chiede rimorsi o penitenze, a lui non interessa giudicare e neppure assolvere, ma aprire un futuro di vita.

Non è il rimorso, non è la penitenza, non è la paura che libera dal male, non il pareggio tra dare e avere, ma un «di più» di vita, un disequilibrio gioioso, la fiducia, l’abbraccio e la festa di un Padre più grande del nostro cuore.

don Alfredo Di Stefano

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SAN Lorenzo Parrocchia IT - ECHI DI VITA 2022 N 12

2022 – Echi di Vita N°12 – QUELL’INVITO A CAMBIARE ROTTA SU OGNI FRONTE…

Che colpa avevano i diciotto morti sotto il crollo della torre di Siloe? E quelli colpiti da un terremoto, da un atto di terrorismo, da una malattia sono forse castigati da Dio?

La risposta di Gesù è netta: non è Dio che fa cadere torri o aerei, non è la mano di Dio che architetta sventure.

Non è il peccato il perno della storia, l’asse attorno al quale ruota il mondo. Dio non spreca la sua eternità e potenza in castighi, lotta con noi contro ogni male, lui è mano viva che fa ripartire la vita. Infatti aggiunge: Se non vi convertirete, perirete tutti.

Conversione è l’inversione di rotta della nave che, se continua così, va diritta sugli scogli. Non serve fare la conta dei buoni e dei cattivi, bisogna riconoscere che è tutto un mondo che deve cambiare direzione: nelle relazioni, nella politica, nell’ economia, nella ecologia, nelle guerre. Mai come oggi sentiamo attuale questo appello accorato di Gesù.

Convertitevi alla parola compimento della legge: “tu amerai“. Amatevi, altrimenti vi distruggerete. Il Vangelo è tutto qui.

Alla gravità di queste parole fa da contrappunto la fiducia della piccola parabola del fico sterile: il padrone si è stancato, pretende frutti, farà tagliare l’albero. Invece il contadino sapiente, con il cuore nel futuro, dice: “ancora un anno di cure e gusteremo il frutto“. Ancora un anno, ancora sole, pioggia e cure perché quest’albero, che sono io, è buono e darà frutto.

Dio contadino, chino su di me, ortolano fiducioso di questo piccolo orto in cui ha seminato così tanto per tirar su così poco.

 

Eppure continua a inviare germi vitali, sole, pioggia, fiducia. Lui crede in me prima ancora che io dica sì.

Il suo scopo è lavorare per far fiorire la vita: il frutto dell’estate prossima vale più di tre anni di sterilità. E allora avvia processi, inizia percorsi, ci consegna un anticipo di fiducia. E non puoi sapere di quanta esposizione al sole di Dio avrà bisogno una creatura per giungere all’armonia e alla fioritura della sua vita. Perciò abbi fiducia, sii indulgente verso tutti, e anche verso te stesso.

La primavera non si lascia sgomentare, né la Pasqua si arrende.

La fiducia è una vela che sospinge la storia. E, vedrai, ciò che tarda verrà.

don Alfredo Di Stefano

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SAN Lorenzo Parrocchia IT - ECHI DI VITA 2022 N 11

2022 – Echi di Vita N°11 – L’INCONTRO CON IL PADRE CI ILLUMINA

Gesù è ad una svolta della sua missione, i dubbi sono tanti, è tutto così difficile da capire e da vivere. E allora anche lui si ferma, vuole vederci chiaro, ed è davanti al Padre che va per cogliere il senso profondo di ciò che sta per accadere.

Nel contatto con il Padre anche la nostra realtà si illumina, ciò che è nascosto appare in tutta la sua chiarezza ed evidenza, come il volto di Gesù.

 

Mentre pregava il suo volto cambiò di aspetto, si trasformò.

Pregare trasforma. Pregare ti cambia dentro, tu diventi ciò che contempli, ciò che ascolti, ciò che ami. Preghi e ti trasformi in Colui che preghi; entri in intimità con Dio, che ha un cuore di luce, e ne sei illuminato a tua volta. La preghiera è mettersi in viaggio: destinazione Tabor.

 

Gesù sale su di un monte. I monti sono come indici puntati verso il cielo, verso il mi­stero di Dio, raccontano la vita come una ascensione verso più luce e più cielo.

Siamo mai saliti sul Tabor, toccati dalla gioia, dalla dolcezza di Dio? Vi è mai successo di dire come Pietro: Signore, che bello! Vorrei che questo momento durasse per sempre. Facciamo qui tre tende…?

 

Si trattava di una luce, una bellezza, un amore che cantavano dentro. E una voce diceva: è bello stare su questa terra.

 

È bello essere uomini, dentro una umanità che pian piano si libera, cresce, ascende. È bello vivere. Perché tutto ha senso, un senso positivo, senso per sempre.

 

Il cristianesimo è proprio la religione della penitenza e della mortificazione, come molti pensano? Il Tabor dice «no».

E che fare con le croci? Fissare gli occhi solo su di esse o all’opposto ignorarle?

Dio fa di più: ci regala quel volto che gronda luce, su cui tenere fissi gli occhi per affrontare il momento in cui la vita gronda sangue, come Gesù nell’orto degli ulivi.

 

Pietro fa l’esperienza che Dio è bello e lo annuncia. Noi invece abbiamo ridotto Dio in miseria, l’abbiamo mostrato pedante, pignolo, a rovistare nel passato e nel peccato.

 

Restituiamogli il suo volto solare: un Dio bello, grembo di fioriture, un Dio da gustare e da godere, come Francesco: «tu sei bellezza, tu sei bellezza», come Agostino: «tardi ti ho amato. Bellezza tanto antica e tanto nuova». Allora credere sarà come bere alle sorgenti della luce.

don Alfredo Di Stefano

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SAN Lorenzo Parrocchia IT - ECHI DI VITA 2022 N 10

2022 – Echi di Vita N°10 – LE TENTAZIONI? FARE ORDINE NELLA POPRIA VITA

Le tentazioni di Gesù sono le forze, le lusinghe che mettono ogni uomo davanti alle scelte di fondo della vita. Ognuno tentato di ridurre i suoi sogni a pane, a denaro, di trasformare tutto, anche la terra e la bellezza, in cose da consumare.

Ognuno tentatore di Dio: fammi, dammi, risolvi i miei problemi, manda angeli. Buttarsi nel vuoto e aspettare un volo d’angeli, non è fede, ma la sua caricatura: cercare il Dio dei miracoli, colui che agisce al posto mio invece che insieme con me.

Ognuno tentato dal piacere di comandare, decidere, arrivare più in alto. Io so la strada, dice lo Spirito cattivo: vénditi! Vendi la tua dignità e la tua libertà, baratta l’amore e la famiglia…

 

Le tre tentazioni tracciano le relazioni fondamentali di ogni uomo: ognuno tentato verso se stesso, pietre o pane; verso gli altri, potere o servizio; verso Dio, lui a mia disposizione.

Le tentazioni non si evitano, si attraversano. Attraversare le tentazioni significa in realtà fare ordine nella propria fede.

 

La prima: che queste pietre diventino pane! Non di solo pane vive l’uomo… Il pane è buono, ma più buona è la parola di Dio. Il pane è indispensabile, eppure contano di più altre cose: le creature, gli affetti, le relazioni, l’eterno in noi. L’uomo vive di ogni parola che esce dalla bocca di Dio. Dalla sua parola sono venuti la luce, il cosmo e la sua bellezza, il respiro che ci fa vivere, il fratello, l’amico.

 

La seconda tentazione è una sfida aperta a Dio. «Buttati giù, chiedi a Dio un miracolo».

I miracoli non servono per credere: Gesù ha fatto fiorire di prodigi Galilea e Samaria, eppure i suoi lo vogliono buttare giù dal monte di Nazaret.

Nel mondo ce ne sono fin troppi di miracoli, eppure la fede è così poca, così a rischio.

 

Nella terza tentazione il diavolo rilancia: venditi alla mia logica, e avrai tutto. Il diavolo fa un mercato con l’uomo: io ti do, tu mi dai. Esattamente il contrario di Dio, che ama per primo, ama in perdita, ama senza contraccambio.

 

Vuoi avere le folle con te? Assicura pane, potere, successo e ti seguiranno.

Ma Gesù non vuole possedere nessuno.

Lui vuole essere amato. Non ossequiato da schiavi obbedienti, ma amato da figli liberi, generosi e felici.

don Alfredo Di Stefano

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