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Parrocchia San Lorenzo - Echi di Vita 014 _ 2020

2020 – Echi di Vita N°14 – DECIDERE COSA DIVENTARE, QUALE VITA SCEGLIERE!

La bella liturgia di stamane, le grandi liturgie del triduo pasquale, quest’anno nascoste ai nostri occhi, ci sono donate per ricordarci che la Chiesa vive di questo e che in questi giorni ci mette più profondamente le proprie radici. Con nostalgia, allora, le ricorderemo e vi partecipiamo attraverso la televisione o per via streaming.

Non si tratta soltanto di avvenimenti del passato che possiamo contemplare con animo pio, ma senza sostanziale influenza sul nostro presente. No, pur riconoscendo la loro reale portata storica, noi sappiamo che, in forza della resurrezione di Gesù e per il dono dello Spirito, quei fatti hanno un peso decisivo sulla nostra storia presente, sull’oggi della nostra vita.

Dalla lettura della Passione un dato: la fede che salva è legata al Risorto, ma per nascere deve passare attraverso l’accoglienza del Crocifisso. La croce è la porta che conduce alla resurrezione.

La parola di Dio ci aiuta a comprendere il senso del patire e del soffrire. Infatti il patire di Cristo illumina la nostra sofferenza, la rende degna di uno speciale accesso al regno dei cieli. Se la vita si colora del sangue della croce, non possiamo non accettare questa sfida che ci porta a camminare con Cristo sulla via del dolore, che è via di liberazione.

Ciò che ognuno di noi però può fare a casa è decidere di avere un po’ di più sentimenti di umanità, di umiltà, di generosità, di dono di sé, senza tristezza, senza quella pesantezza che talvolta ci prende quando dalla vita ci sentiamo chiamati ad assumere impegni, che spesso sopportiamo e basta.

No, dentro questo modo di vivere c’è un seme di vita che poi diventa quello che noi doniamo agli altri: ai nostri cari, alla Chiesa, a questo mondo, che è così com’è, ma nel quale siamo chiamati ad essere testimoni di come crediamo e di come viviamo della vita di Gesù.

Rivolgiamo il nostro osanna a Colui che nella fede già contempliamo come nostro vero ed unico Re e Signore, come redentore nostro e come colui che da trionfatore ci precede nella gloria. Le nostre acclamazioni non cesseranno perciò in questa domenica, ma diventeranno il nostro perenne rendimento di grazie, la nostra lode senza fine, che esploderanno in un gioioso Alleluia pasquale.

L’augurio è che ciascuno di noi a partire da questo momento difficile, possa sperimentare la  gioia di  questa vittoria.  E’ la vittoria della risurrezione.

 

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